Il Parco del Corno alle Scale: panorami alpini affacciati sul Granducato

lug16_parcodelcornoallescaleNon è sempre necessario dover macinare chilometri e chilometri per trovare mete naturalistiche di grande bellezza dove passare un bel weekend o una domenica fuori porta. Tra i vari luoghi “a portata di mano”, ideali per una rapida scampagnata, c’è il Parco del Corno alle Scale. Situato al confine tra Emilia Romagna e Toscana, questo piccolo angolo di montagna è raggiungibile comodamente in treno grazie alla ferrovia “Porrettana” Pistoia – Bologna, il più antico tra i collegamenti appenninici d’Italia. Il treno lascia la piana di Pistoia e in pochi chilometri risale le pendici dell’Appennino con numerosi ponti e viadotti, fino ad arrivare al suo punto di massima altitudine presso Pracchia. Il treno prosegue poi fino a Porretta Terme, capolinea dei treni da Pistoia e Bologna, da dove parte un bus di linea per Lizzano in Belvedere (AT C linea 776) che è proprio il punto di partenza per addentrarsi nei boschi del Parco del Corno alle Scale. Il Parco racchiude un prezioso territorio montano fatto di boschi, praterie d’alta quota e cime che d’inverno sono il luogo ideale per delle belle sciate. Principe del Parco è proprio l’omonima dorsale del Corno alle Scale, che raggiunge i 1944 metri sul livello del mare. Intorno, si sviluppa un paesaggio boschivo molto vario, che favorisce la presenza di oltre 1.000 specie floristiche. I boschi del Corno alle Scale ospitano anche una ricca varietà di fauna, che va dai caprioli ai mufloni, dai daini alle aquile reali, passando per il grande predatore dell’Appennino: il lupo. Il Parco organizza – per i più avventurosi – delle escursioni con pernottamento in rifugio proprio per seguire le tracce del lupo. Durante le uscite notturne si potranno, con un po’ di fortuna, ascoltare gli ululati, mentre all’alba si potranno osservare daini, cinghiali e volpi con le prime calde luci del sole. In estate, dagli splendidi panorami dell’Appennino, si possono ammirare anche le spettacolari fioriture d’alta quota che costellano le cime del Parco, tra cui numerose specie di orchidee, la genziana, il giglio e l’aquilegia. Sempre all’interno del Parco sono organizzati itinerari storici alla scoperta degli antichi mestieri tipici della vita del bosco, escursioni e fiaccolate notturne per osservare il cielo stellato e l’alba al mattino, campi tenda, week-end nei rifugi e trekking sulle vette più alte per i più allenati. Per i giovani, ci sono laboratori didattici, campi estivi con escursioni per i ragazzi e attività dedicate alle scolaresche. Dalla vetta del Corno lo spettacolo è magniloquente: durante le giornate più terse la vista spazia dall’arco alpino innevato verso nord all’Isola d’Elba verso sud-ovest, passando per le Alpi Apuane. Per gli amanti delle camminate, una delle mete più suggestive è il Lago di Pratignano, raggiungibile dalla località di Cavone dopo una lunga passeggiata (l’itinerario è consigliato per chi ha un buon allenamento). I sentieri del parco sono al contempo percorribili in mountain bike, a cavallo o sugli sci e con le ciaspole nel periodo invernale. Per gli amanti delle esperienze adrenaliniche, dal Monte Pizzo ci si può lanciare con il paracadute, oppure arrampicarsi su intricati percorsi tra gli alberi nell’omonimo Adventure Park. La zona del Parco è anche un’area rurale ricca di storia e tradizioni locali. Sono molti i borghi in pietra che costellano i fianchi degli Appennini, con le piccole case testimoni di tradizioni antiche e sopravvissute fino ai nostri giorni: passeggiando tra le strette vie, cadranno subito all’occhio le numerose teste in pietra scolpite sulle abitazioni, chiamate “mummie” dagli abitanti locali e dalla funzione propiziatoria. Intorno, gli edifici tipici del territorio: mulini a ruota orizzontale, stalle, fienili ed essiccatoi per le castagne, il vero oro della zona. L’economia del luogo è infatti da sempre legata alla castagna e ai suoi derivati. La mano dell’uomo, che nei secoli è stata abile a sfruttare le ricchezze del territorio con un approccio rispettoso e senza stravolgerne i connotati, ha modellato il paesaggio con elementi visibili ancora oggi. È il caso delle “roste”, i caratteristici terrazzamenti sui pendii, per facilitare la raccolta delle castagne. Sempre rimanendo in tema castagne, sono molti i prodotti d’eccellenza che si possono gustare: dalle classiche caldarroste alla polenta, le frittelle, il castagnaccio e i ciacci e le patolle, tipici impasti di farina di castagne e acqua, cotti in stampi di ferro o terracotta. E se i boschi si riempiono del prezioso frutto in autunno, lo stesso succede in primavera ed estate con mirtilli, more, fragoline di bosco, ribes e lamponi. Questo luogo difficile, un tempo isolato e caratterizzato da inverni freddi e duro lavoro manuale, è oggi una destinazione ospitale dove si può al contempo toccare con mano un’atmosfera d’altri tempi.

Per ulteriori informazioni: Centro Parco e sede amministrativa, via Roma 41 40042 Lizzano in Belvedere tel. 0534 51761, fax 0534 51763 info.parcocorno@enteparchi.bo.it

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