Referendum del 17 aprile sulle trivellazioni: cosa cambierà in caso di vittoria del sì o del no

Domenica 17 aprile si svolgeran­no le consultazioni elettora­li per il referendum abrogativo sulle trivellazioni in mare. Il referendum è stato convocato con decreto del Pre­sidente della Repubblica 15 febbraio 2016. Il corpo elettorale, ripartito ne­gli 8.000 Comuni e nelle 61.576 sezio­ni elettorali del territorio nazionale, è di 47.212.590 elettori, di cui 22.700.892 maschi e 24.511.698 femmine, rende noto il ministero dell’Interno. A questi vanno aggiunti i 4.029.231 elettori re­sidenti all’estero, di cui 2.090.052 ma­schi e 1.939.179 femmine. Pubblicato in Gazzetta Ufficiale della Repubblica Ita­liana il decreto del Presidente della Re­pubblica del 15 febbraio 2016, il refe­rendum popolare, abrogativo previsto dall’articolo 75 della Costituzione ha la seguente denominazione: “Divieto di attività di prospezione, ricerca e colti­vazione di idrocarburi in zone di mare entro dodici miglia marine. Esenzione da tale divieto per titolo abilitativi già rilasciati. Abrogazione della previsione che tali titoli hanno la durata della vi­ta utile del giacimento”. Il quesito è co­sì formulato: “Volete voi che sia abro­gato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, co­me sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bi­lancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vi­ta utile del giacimento, nel rispetto de­gli standard di sicurezza e di salvaguar­dia ambientale”. Per il referendum le operazioni di votazione si svolgeranno nella sola giornata di domenica, dalle ore 7 alle ore 23, mentre le operazioni di scrutinio avranno inizio subito dopo la chiusura della votazione e l’accerta­mento del numero dei votanti.

Cosa cambia se vince il Sì – Sì per bloc­care le trivelle. Una eventuale vittoria del Sì bloccherebbe tutte le concessioni per estrarre il petrolio entro le 12 miglia dalla costa alla scadenza dei contratti attualmente attivi. Di fatto il referen­dum riguarda 21 concessioni: 7 sono in Sicilia, 5 in Calabria, 3 in Puglia, 2 in Basilicata e in Emilia-Romagna, una in Veneto e nelle Marche. Rappresentano la presenza di giacimenti finora indivi­duati lungo la costa Adriatica, nel gol­fo Ionico e nel Sud della Sicilia. Con il Sì non sarebbe più possibile andare oltre – ad oggi le concessioni hanno una du­rata di trent’anni, prorogabili di dieci e poi di altri cinque anni – eliminando la possibilità di proroga: questo compor­terebbe la cessazione nel giro di alcuni anni delle attività attualmente in corso, tra cui quelle di Eni, Shell e di altre com­pagnie internazionali.

Cosa cambia se vince il No – Si tratta di un referendum abrogativo e un’even­tuale bocciatura lascerebbe la situa­zione invariata. In pratica, le ricerche e le attività petrolifere attualmente in corso potranno proseguire fino a sca­denza. Successivamente le compa­gnie potranno presentare una richie­sta di prolungamento dell’attività, che sarà autorizzata sulla base di una valu­tazione di impatto ambientale. Così le estrazioni di idrocarburi non avranno scadenza certa, in molti casi potrebbe­ro proseguire fino all’esaurimento del giacimento. Nulla cambia per quanto riguarda le trivellazioni sula terraferma e per quelle condotte in mare oltre le 12 miglia dalla costa. Ne potranno per via di questo voto essere firmate nuove concessioni a ridosso della costa.

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