Un proiettile nel … libro

giu16_libroNell’archivio storico del Comune di Buggiano si trova un libro, del quale vi presentiamo una foto, nella cui copertina un bel giorno, si parla del 5 Maggio 1799, è andato a conficcarsi un proiettile sparato da un archibugio francese. Se osserviamo bene l’immagine, c’è il proiettile, in alto a sinistra, legato con uno spago da un solerte impiegato e, accanto al proiettile, una annotazione che racconta come e quando quel corpo estraneo è andato a conficcarsi su quella copertina. La vicenda, cui è legato questo fatto, si è svolta nell’arco di tre giorni, in un paese che stava vivendo un momento di particolare floridezza e quindi era molto legato all’impostazione politica del momento rappresentata dal Granduca di Toscana, dalla Chiesa e, naturalmente osteggiava qualsiasi elemento di cambiamento, in quel momento rappresentato dalle truppe napoleoniche. Nel 1771 era stata inaugurata, con grandi feste, la Chiesa di San Pietro Apostolo nella connotazione architettonica e decorativa che è arrivata fino a noi: in quella occasione era stato traslocato nel tempietto dietro l’altar maggiore il prezioso e miracoloso Crocifisso ligneo. Il paese era al centro di intensi traffici: il suo mercato del bestiame era noto in tutta l’Italia centrale e a questo si era aggiunto il mercato per la vendita dei bozzoli da seta. Nel 1775 il governo della comunità, come la cancelleria e la podesteria, dal castello di Buggiano erano stati trasferiti al Borgo, seguendo la naturale migrazione oltre che degli abitanti, anche dei poteri, dalla collina alla pianura. Della presenza dell’esercito napoleonico si era già sperimentata la conoscenza quando, tra il 1796 e il 1797, durante l’occupazione di Livorno, le truppe francesi avevano attraversato la Valdinievole dove avevano requisito tutto quello che occorreva per il loro sostentamento. Secondo la testimonianza del pievano Pandolfini, verso le ore 5 del 3 Maggio 1799, in uno dei tre caffè presenti in paese ( i primi “caffè” erano sorti il secolo precedente a Parigi, Vienna e Venezia), che costituivano luoghi di incontro, di scambio e di formazione di opinioni, al pari dell’importante mercato settimanale, venne letta una lettera secondo la quale quattro ufficiali tedeschi, a Firenze, avevano intimato ai francesi di andarsene. Questa notizia, poi risultata falsa, ebbe però l’effetto di risvegliare negli animi sentimenti antifrancesi tanto che, il mattino seguente, ci fu suono di campane e altri moti di esultanza; nel pomeriggio del 4 fu bruciato l’”albero della libertà”, simbolo dell’esercito napoleonico, che fu trovato nell’abitazione di un certo Benedetti e fu appiccato il fuoco ad altre due abitazioni, quella del Chiti e quella del Margheri, che si ritenevano del “Partito Francese”. In questo clima si arrivò al 5, quando il capitano Paccioni, che comandava la guarnigione francese di Pistoia, decise di venire alla volta di Borgo a Buggiano con due grossi pezzi di artiglieria. I borghigiani chiusero le porte , che poi furono distrutte, e cominciarono le azioni di insofferenza contro le avanguardie francesi. Il capitano Paccioni, a quel punto , fece piazzare le artiglierie e decise che all’alba del giorno seguente il paese sarebbe stato saccheggiato e distrutto. In paese ci furono alcune sparatorie, dai balconi furono gettati secchi di acqua bollente sulle truppe francesi e, in queste sparatorie ci furono un paio di morti: “Canapino, un contadino e la moglie del Sacchetti”. I soldati saccheggiarono “la casa del Lippi e si bevvero tutti i fiaschi di vino del Pievano”. Fu durante queste sparatorie e violenze che quella pallottola andò a conficcarsi nel Libbro della ragione del Comune. A quel punto gli uomini cercarono il colloquio col capitano Paccioni, le donne si rifugiarono in Chiesa per implorare il SS. Crocifisso perché salvasse il paese dalla distruzione … i francesi se ne andarono verso Lucca, il paese tornò alla sua vita operosa. Ancora oggi, il 5 Maggio di ogni anno, si rinnova la devozione per il Crocifisso che anche in questa seconda occasione, dopo le vicende del 1399, aveva contribuito a riportare la pace nella comunità borghigiana

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