Il FAI riscopre un tesoro nascosto della Valdinievole: il Monastero di Colleviti

faiIn occasione del week-end dedica­to alle giornate di primavera “Fai” (Fondo Ambientale Italiano) quasi 100 persone hanno visitato uno dei monasteri francescani più grande della Toscana, quello di San Ludovi­co a Colleviti. Un gioiello architetto­nico, dalla cui sommità si domina la magnificenza della Valdinievole. Una doppia giornata di turismo e “riscoper­ta” dell’arte valdinievolina insita nella missione del Fai: aprire, in tutta Italia, 900 siti di grande valore storico ed an­che artistico, ma in genere difficilmen­te accessibili.

Tra questi c’era anche il nostro mo­nastero di Colleviti. Nel 1492, proprio mentre Cristoforo Colombo scopriva l’America, Benedetto Colucci cedette all’Ordine francescano dell’osservan­za il vecchio castello che si ergeva proprio nel luogo in cui, adesso, sor­ge il monastero di Colleviti. Succes­sivamente, sul finire del XV secolo, è stata eretta la chiesa dedicata a San Ludovico di Tolosa. Da quell’interven­to sono state numerose, nel tempo le modifiche alla struttura originaria, come per esempio un nuovo portico e nuove colonne di pietra serena in­torno al chiostro interno. Tra gli anni 80 e 90, il convento ha perso gli ultimi frati minori osservanti che risiedevano in loco. Nel convento è subentrata così una delle comunità dell’Associazione Mondo X, fondata da Padre Eligio per dare sostegno a giovani con proble­matiche. Adesso sono proprio questi giovani ad occuparsi costantemente della cura e del mantenimento dell’e­dificio. Seppur già notevole da un punto di vista architettonico, il mo­nastero presenta alcune chicche ar­tistiche, soprattutto all’interno dell’e­dificio: ad esempio, dentro la chiesa di San Ludovico sono conservati sei altari seicenteschi in pietra serena, nonché preziose tele del Settecento. Stupefacente, infine, la biblioteca lo­cata al primo piano che, nel suo pas­sato, ha visto fino a 3mila volumi tra manoscritti e libri stampati. Una bel­la occasione per riscoprire, insomma, un patrimonio storico e artistico del nostro territorio. Le informazioni di questo articolo sono stati ricavate da un intervento dell’architetto France­sco Sturlini apparsa in un bel articolo pubblicato dal quotidiano “Il Tirreno”.

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