Papa Francesco Stupor Mundi

QCCott15_papa francesco stupor mundi“Papa Francesco Stupor Mundi”: ho scritto già diversi articoli che avevano nel titolo, come questo, la frase “stupor mundi” accostata a Papa Bergoglio. E lo scorso mese di settembre vissuto dal papato del Papa venuto “dalla fine del mondo” non può far altro che costringermi ad usarlo ancora una volta. Perché ripercorrere le tappe dell’ultimo mese trascorso sul Soglio di Pietro da Francesco vuol dire viaggiare tra posizioni apostoliche, spirituali, pratiche e politiche che hanno segnato per sempre, e ancora una volta, il rapporto tra questo Papa e il Mondo, tra questo Papa e la Storia.

Il Perdono per l’Aborto – Siamo al 2 di settembre. In una lettera riguardante il prossimo Giubileo della Misericordia, in calendario dal prossimo 8 dicembre, Bergoglio mette nero su bianco la possibilità di riconoscere il perdono per l’aborto durante il sacramento della confessione, spostando radicalmente la posizione tenuta sin qui dalla Chiesa.

La rivoluzione della Sacra Rota – Eccoci al 9 settembre, la data del “Mitis Iudex Dominus Iesus” (“Il Signore Gesù giudice clemente”), ovvero il documento con il quale Papa Francesco ha riformato il processo matrimoniale, ovvero, la “Sacra Rota”: una riforma che semplifica e velocizza venendo incontro alle esigenze di chi, già oberato dal peso di una situazione difficile, certo non ha bisogno di pastoie e costi.

Immobili e imposte – Arriviamo così al 15 settembre. Papa Francesco è impegnato in un’intervista rilasciata ad una radio portoghese. E dice: “Un collegio religioso è esente dalle tasse, ma se lavora come albergo è giusto che paghi le imposte. In caso contrario, il business non è pulito”. Chiaro?

Il “viaggio americano” – Eccoci arrivati al 20 settembre: il giorno dell’inizio del viaggio americano di Papa Francesco. Che atterra prima a l’Havana, per la tappa a Cuba. Il Papa incontrando Raul Castro lancia il proprio messaggio PACIFISTA: “Il mondo necessita di riconciliazione – afferma sulla pista dell’aeroporto dando la mano a Castro e plaudendo per il riavvicinamento tra Cuba e gli USA – in questo momento in cui sta vivendo una terza guerra mondiale a pezzi”. Dopo Cuba, Francesco vola negli Stati Uniti. Prima di tutto, la Casa Bianca dove, conversando amabilmente con l’uomo più potente del Pianeta, Bergoglio ha parlato chiaro chiaro della necessità di “prendersi cura della nostra casa comune” con azioni per la tutela dell’AMBIENTE, oltre che in favore dei migranti. Dopo aver incontrato i rappresentati del Clero statunitense, dilaniato e egemonizzato da posizioni ortodosse, ecco l’evento storico.

È il 24 di settembre, e al Congresso americano viene pronunciata per la prima volta nella storia questa frase: “Mister Speaker, the Pope of the Holy See!”. Papa Francesco è infatti il primo pontefice che mette piede nel Parlamento americano, salutato da un’ovazione dell’emiciclo. Ovazione un po’ meno evidente quando Bergoglio ha detto di auspicare “l’abolizione globale della PENA DI MORTE”, o quando ha chiesto: “Perché armi mortali sono vendute a coloro che pianificano di infliggere indicibili sofferenze a individui e società? Purtroppo la risposta, come sappiamo, è semplicemente per denaro. È nostro dovere affrontare il problema e fermare il commercio di armi”. Infine, eccoci al 25 settembre. Papa Bergoglio è all’ONU, dove pronuncia un discorso incentrato sulla PACE, elencando con attenzione maniacale tutti i principali conflitti in corso. Concludendo: “Nelle guerre e nei conflitti ci sono persone, esseri umani che diventano materiale di scarto mentre non si fa altro che enumerare problemi, strategie e discussioni”. Il Papa ha poi formalmente chiesto una RIFORMA DELL’ONU: “Occorre – dice il Santo Padre – concedere a tutti i Paesi, senza eccezione, una partecipazione reale ed equa nelle decisioni».

Simone Ballocci – Dir.

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