“Viviamo in Paradiso, e non lo sappiamo”

MARGINE COPERTA – “Viviamo in Paradiso, e non lo sappiamo”. Con questa frase, uscita raccontandomi uno dei tanti aneddoti, Luigi Bellandi mi ha spiegato in poche parole il suo concetto di Natura. “Un bene prezioso, di cui sappiamo veramente poco”.
Natura perché – Luigi è così: una persona squisita nella sua attenta e costante ricerca della parola giusta per esprimere la propria appassionata, consapevole, virale amicizia con la Natura. Un naturista, in quel mentre che è fotografo, orchideologo, attento conoscitore. Una passione che si porta sempre dietro: all’ingresso di casa sua c’è una collezione di legni intagliati. Lui li chiama “bastoni”, e lo sono: sono rami diventati opere di quell’arte che deriva dalla capacità di vedere oltre le cose. Capacità che Luigi ha in abbondanza.
Le orchidee – Capacità indispensabile per vedere in un prato la bellezza di un’orchidea spontanea. Quella con le orchidee è una storia d’amore nata per caso. Complice una ruota bucata. Su, in Trentino. Luigi appoggiando la bicicletta offesa dalla foratura recise inavvertitamente un fiore che trovò, immediatamente, bellissimo. Tornando all’albergo, lo mostrò all’amico di villeggiatura, lo scultore Marco Aurelio Nones. Che gli disse: “È un’orchidea spontanea”. Fu l’inizio di una passione vera che ha portato Luigi ad essere un fotografo di orchidee e un esponente di rilievo del GIROS (Gruppo Italiano Ricerca Orchidee Spontanee), una vera e propria comunità scientifca opensource che organizza convegni e gestisce pubblicazioni di una bellezza incredibile.
Il Padule – Nato al Ponte, Luigi è un naturista valdinievolino doc. Quindi, non può che essere un innamorato cronico del Padule: “Come fotografo naturista il mio più grande rammarico è non poter trasformare in file i ricordi che ho di quando ero piccolo, di quando mio padre , contadino, mi portava in Padule alla ricerca di materia prima. E dio già mi affascinavo in tutta quella bellezza che allora era così diversa rispetto ad oggi”. Luigi fa parte dell’associazione Volpoca. E in quelle sere in cui si riuniscono sognano: “Immaginiamo spesso di avere un bel pulmino, e fare il giro degli alberghi di Montecatini a raccoglier turisti da portare in Padule. Perché i l Padule un tempo dava tanto, dava lavoro, s o s tentamento, ricchezza. E potrebbe darne ancora, da perla sconosciuta qual è”.
La fragilità – Parlando di Natura con Luigi Bellandi si parla soprattutto di fragilità: “La Natura, soprattutto qui da noi, sembra spesso un bene da sfruttare, da farci sopra dei progetti, prendere i finanziamenti, e poi non amarla. Il Padule di Fucecchio, escluso le riserve naturali è composto da tante proprietà che potrebbero essere curate di più ma non si può fare a causa di alcuni regolamenti discutibili, e comunque facciamo poco per promuovere i paradisi che abbiamo. Eppure: dovremmo ricordarci sempre che quel paradiso è una meraviglia tremendamente fragile. Come le orchidee: per nascere, crescere, fiorire ci mettono dieci anni. E un qualsiasi cinghiale affamato, per un tubero grande pochi centimetri, può portarle via in pochi secondi…”.

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