Campocatino in Garfagnana, l’oasi di pace di San Viano

Questo mese vi accompagnerò virtualmente all’eremo di San Viano. San Viano è stato un personaggio emblematico vissuto alla fi ne del tredicesimo secolo. Di lui si sa poco. Probabilmente venne in Toscana dal nord Italia, forse fuggendo da persecuzioni personali, forse dalla moglie. Si dice che fosse menomato a livello fi sico e un po’ deforme. La gente lo sbeffeggiava e lui fuggì. Di animo mite e pacifi co, inizialmente lavorò con artigiani e pastori in Garfagnana. Poi si ritirò a vita solitaria. La sua fi gura è simile a quella di San Francesco. Amava gli animali e la natura. Visse in una cavità naturale nella roccia gli ultimi anni della sua vita. Si nutriva di quello che la natura gli offriva. Il celebre “cavolo di San Viano” è una brassicacea che cresce spontaneamente nei dintorni dell’eremo e la credenza dei fedeli vuole che abbia iniziato a crescere in quella zona perché il Signore volle dare cibo buono al santo. Quando Viano morì, intorno alla grotta fu costruita una chiesetta che ancora oggi possiamo ammirare. Arriviamo a Campocatino passando da Castelnuovo Garfagnana, Vagli di Sotto. Entrati in paese troviamo subito un villaggio fatto di casette di pietra. Erano le case dei pastori che, dal sedicesimo secolo al dopoguerra praticavano la transumanza. Costruirono qui un villaggio per trascorrere il periodo estivo, da Giugno a Settembre, prima di tornare nuovamente a valle. Il villaggio è stato abbandonato con la seconda guerra mondiale e da una decina d’anni è oggetto di continui e costanti rifacimenti. Oggi quasi tutte le casette sono nuovamente utilizzate da villeggianti e cittadini del posto. Un ampio prato è coronato da un piccolo circo morenico, testimone dell’ultima glaciazione. La Roccandagia sovrasta il paese e conferisce un paesaggio da fi lm. Non a caso qui sono state girate alcune scene del fi lm con Pieraccioni “Il mio West”. Sul lato Sud del paesino parte il sentiero che conduce all’Eremo di San Viano (o San Viviano). Si tratta di un percorso relativamente facile. All’andata è inizialmente in salita. Una volta arrivati al punto sommitale, con vista sulle cave di marmo, si scende per una specie di scalinata naturale, con tanto di corrimano in legno e si arriva all’eremo. Prestare attenzione alle pietre instabili e ai punti di umidità dove è più scivoloso. Gli ambienti variano dalla brughiera a mirtilli e erica al castagneto fi no alla faggeta. Raggiunto l’eremo si potrà ammirare, sull’esterno, la pietra sacra sulla quale il santo era solito pregare e, entrati dentro, si potrà apprezzare la frugalità della sua vita dedita a Dio e alle piccole cose: una sorgente d’acqua che trasuda dalla roccia, il bosco, i fi ori, la natura, la vita raccolta in preghiera. Il ritorno a Campocatino dovrà essere fatto per la solita via. Per la sola andata occorre circa un’ora e un tempo analogo al ritorno più, ovviamente, la sosta presso l’eremo. Lungo il percorso non ci sono fontane, né punti di ristoro, ma a Campocatino, durante l’estate, è aperto il rifugio/ristorante. Qui è possibile pranzare, fare merenda, rifocillarsi. Escursione adatta a tutti. Buona passeggiata.

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