Chi è Daniele Cecchini?

Un comico? O un cabarettista? Un mago? Un illusionista? O un attore? Ecco: per scrivere un articolo dopo aver chiacchierato per più di un’ora con Daniele Cecchini, il nostro personaggio del mese di questo numero, un po’ valdinievolino e un po’ pratese, la cosa più difficile – ve lo confesso – è proprio trovar questa: la sua definizione. Perché Daniele è un vulcanico personaggio adorabile, sincero e divertentissimo amante di se stesso e delle sue tantissime esperienze.

Vogliamo provarci con il curriculum? – Visto che, però, non c’è intervista che non cominci da una definizione dell’intervistato, possiamo per lo meno provarci con un po’ di curriculum. Ebbene: Daniele è un giovanissimo ragazzo di 52 anni. Dopo “1 anno e dieci mesi di lavoro nel tessile, a 21 anni, non ne avevo più voglia”. E, quindi, si parte: “Animatore, nei villaggi turistici”. Dove Daniele si fa le ossa. Alla sua innata, inguaribile simpatia aggiunge brillantezza, verve, contatto con il pubblico. E poi, dal 1994, comincia la girandola di una carriera fatta di spettacoli, feste, eventi, direzioni artistiche, film, presenze fisse sui televisori di milioni di telespettatori, con partecipazioni a “La Sai l’Ultima?” e “Domenica In”. È un crescendo di spettacoli, feste, autoproduzioni e produzioni inter-mediali.

No, non basta – Ma il curriculum, per cercar di definire Daniele Cecchini, non basta. Perché non racconta il suo sorriso soddisfatto e compiaciuto quando dice: “Io ho scelto questo mestiere”. Daniele è un inventore di divertimento. Un “divertitore” – come dice lui – per tutta la famiglia. È un artista che parla col cuore al cuore delle persone per farle divertire.

Il Pantheon – Ok, continuiamo a provarci però nel definire Daniele. E per farlo proviamoci con i suoi “mostri sacri”, quelli a cui rifarsi ed ispirarsi: “Totò, per primo, sicuramente. Ho visto tutti i suoi film. Poi, Proietti, con il quale ho ‘sfiorato’ una collaborazione. Con Diego Abatantuono, invece, ho collaborato davvero, sul set del film ‘Il Metronotte’. Così come sono stato un collega di Fiorello, alle consolle dei villaggi. E poi Giorgio Gaber, davanti al quale mi trovai pure a fare uno spettacolo privato per la nipote, invitato dalla sorella (il che fa venire il sorriso più bello dell’intervista al nostro ‘divertitore’, ndr)”.

Continuo a non essere soddisfatto, però : perché parlare con Daniele Cecchini dà molto di più di questo. Dà la sorridente soddisfazione di entrare in contatto con una gioviale persona capace, empatica, cristallina. E pensare che poteva essere uno sportivo…. “Il primo a dirmi che potevo fare qualcosa tipo l’animatore fu proprio il mio allenatore atletico: andavo bene, ma soprattutto ero sempre l’anima della festa, radunavo capannelli intorno a me. E poi, nell’88, in una gara alla quale partecipai quasi per caso, in Sardegna, mi piazzai appena dietro al campione italiano in carica. Ma io, oramai, avevo deciso che volevo fare altro…”.

Racconti che gli vengono così, dal cuore, con le lacrime agli occhi. Ecco, forse, chi è Daniele Cecchini: una persona capace di trovare gratificazione nel contatto divertito, creativo, bellissimo con le persone. E che ha in programma un grande ritorno: il 28 agosto, alla Versiliana. Da applaudire.

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