Su Marte scorre acqua salata

MarteL’annuncio è della Nasa che si è basato sulle immagine inviate dalla sonda Mars Reconnaissance Orbiter (letteralmente Sonda di ricognimento su Marte), che orbita intorno al Pianeta rosso ormai da diverso tempo inviando immagini e dati del suolo: su marte scorre acqua salata. In alcune di queste immagini si vedono chiaramente i segni lasciati da rivoli di acqua sulla superficie desertica del pianeta. I ruscelli, osservati per la prima volta nel 2011, appaiono infatti durante i mesi estivi del pianeta e scompaiono appena le temperature scendono. Attenzione però perché le fotografia inviate non mostrano acqua, ma solo i segni del suo scorrimento; questo può farci pensare che esista un ciclo dell’acqua sulla superficie di Marte, ovvero che nei mesi estivi del Pianeta Rosso piova!

L’acqua caduta al suolo reagirebbe quindi col suolo stesso facendo formare i sali che lasciano i segni a terra fotografati. In proposito anche Flamini dell’Agenzia spaziale italiana rileva che si tratta comunque di una prova indiretta: “Bisogna specificare”, ha sottolineato, “che i dati mostrano la presenza di questi minerali, non di acqua. Tuttavia la presenza stagionale dei sali indica il depositarsi di acqua”. Finora le immagini satellitari avevano osservato la formazione di linee scure, lunghe fino a 5 metri, lungo i pendii marziani, a latitudini e quote molto differenti. Queste linee scure hanno la caratteristica di comparire e allungarsi sempre più durante le stagioni calde per poi svanire in quelle più fredde. La presenza di sali idrati negli stessi momenti in cui le linee si formano è adesso, per i ricercatori, la prova attesa da tempo dell’esistenza su Marte di acqua allo stato liquido, seppur in piccole quantità.

Quanto è importante questa scoperta? Moltissimo, la caccia all’acqua su Marte va avanti da diversi anni, grazie soprattutto ai satelliti europei e americani in orbita attorno al pianeta rosso, insieme ai rover che esplorano la superficie. Nel 2008 apparve chiaro che molte delle formazioni che si osservano su Marte sono state modellate da grandi masse d’acqua paragonabili al Mississippi. Dello stesso anno è la scoperta, basata sui dati del satellite Mro che antichissimi ghiacciai hanno scavato lunghi canali sul pianeta. Un’altra sonda americana, Mars Odissey, ha fornito le prove dell’esistenza di un grande oceano poco profondo che occupava per due terzi la superficie del pianeta.

Accanto ad esso esisteva un secondo oceano, molto più piccolo e giovane. Qualunque sia la fonte, la prospettiva di acqua liquida stagionale apre quindi all’ipotesi che Marte, considerato un pianeta freddo e morto, potrebbe ospitare la vita. Il rover della Nasa, Curiosity, ha trovato prove che in passato Marte possedesse tutte le caratteristiche e habitat adatti a ospitare vita microbica. In proposito continua Flamini: «Fornisce una conferma, cui abbiamo contribuito anche noi italiani, ed io personalmente – degli studi degli ultimi trent’anni. E ci dimostra con evidenza la presenza di acqua abbastanza vicina alla superficie.

Su Marte sono esistite, e forse ancora esistono, le condizioni perché una vita legata all’acqua si sia sviluppata. Non solo: questa presenza renderà possibili colonie umane sul pianeta rosso. Si potranno focalizzare meglio le missioni. Se nel 2018, quando avremo sul pianeta una trivella, riusciremo a trovare significative quantità di ghiaccio sotto la superficie sarebbe un passo sostanziale». La storia dell’Universo è quindi un campo di ricerca ancora aperto e tutt’altro che conosciuto che potrà portare a scoperte sorprendenti. In proposito è recentissima la scoperta che nella scia (la cosiddetta “coda”) della cometa 67P, di cui avevamo già parlato in merito alla missione Rosetta, è presente in piccola percentuale ossigeno allo stato gassoso, cioè “respirabile”.

Acqua liquida su Marte e Ossigeno su una cometa. L’Universo non finisce di sorprenderci.

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